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Antonio Matarazzo, pur avendo lasciato Avellino molti anni fa, continua a essere un’indimenticabile
presenza nel cuore di tutti. Il suo sorriso contagioso e la sua simpatia sono diventati parte integrante del
ricordo di chi lo ha conosciuto. Nonostante la lontananza, Antonio mantiene saldi i legami con la sua terra e
il suo spirito si riflette nella carriera imprenditoriale e nella capacità di lasciare un’impronta positiva su
chiunque incontri. Figlio di un Maresciallo dei Carabinieri, ora in pensione, Antonio è profondamente legato
alle sue radici avellinesi e soprattutto alle nonne Anna ed Emma, custodi di valori autentici che hanno
plasmato la sua identità. L’adolescenza, trascorsa tra le aule del liceo scientifico di Avellino, è stata un
periodo spensierato animato da amicizie sincere, impegni scolastici e tante risate davanti al mitico Bar
Tony. Si trasferisce a Perugia, dove frequenta la facoltà di Economia e Commercio e si mantiene agli studi
organizzando serate ed eventi nei locali frequentati da studenti stranieri, sfruttando le sue competenze
linguistiche. Qui incontra l’amore, Daniela, una bellissima ragazza americana di origine brasiliana. La loro
storia d’amore fiorisce e si consolida nel tempo, culminando con la gioia di diventare una famiglia. Da
questo amore nascono Luca e Stella, una coppia di gemelli che arricchisce ulteriormente la loro vita.
Proprio Stella è stata la musa ispiratrice di Antonio per dare il nome ai suoi ristoranti. Dopo la laurea, il
giovane imprenditore decide di trasferirsi a Londra per perfezionare la conoscenza dell’inglese in una
Business School, ma il richiamo dell’amore è forte, si sa, ed Antonio decide di trasferirsi negli USA, dove la
sua compagna torna dopo gli studi in Italia. A Washington DC inizia la sua carriera come manager in una
conosciuta catena di Hotel e successivamente in una rinomata azienda di birra, permettendogli di viaggiare
coast to coast, da Los Angeles a Miami.

La sua storia prende una svolta culinaria quando incontra Matteo Venini, uno chef lecchese di grande talento. Nel 2019 fondano il primo ristorante pizzeria Stellina nel quartiere di Union Market a Washington DC, ma la pandemia da Covid-19 arriva dieci mesi dopo l’apertura. Antonio e Matteo non si scoraggiano e si ingegnano, introducendo distributori automatici di salse e pasta, investendo nell’immagine del marchio e nel packaging dei loro prodotti d’asporto. La loro determinazione e creatività li ripagano ampiamente e nel 2020 inaugurano un nuovo locale ad Arlington, in Virginia, seguito poi da una terza location in DC, a K Street. Antonio Matarazzo è un valido PR e si distingue per la sua abilità nell’organizzare eventi coinvolgenti nei suoi locali, collaborando con i vari gruppi di italiani residenti nella Capitale. Se gli italiani lo adorano gli americani lo venerano. Avvezzi alla buona cucina italiana grazie alle loro sempre più frequenti visite nel nostro Paese, hanno trovato in Stellina tutte le qualità apprezzate nei loro viaggi.

L’Italia è una costante fonte di ispirazione per Antonio e desidera far conoscere l’Irpinia alla
popolazione oltreoceano. Convinto che la sua terra natale possa offrire un’esperienza unica, intende
promuovere l’autenticità delle tradizioni enogastronomiche e la bellezza dei suoi luoghi. Con una decennale
esperienza nel mondo della ristorazione viene da chiedersi: Antonio sa cucinare? La risposta è ovvia: se la
cava benissimo. Cresciuto con una madre e due nonne eccellenti cuoche, ha imparato l’arte della pasta
fatta in casa fin dalla giovinezza, dedicando le sue domeniche a preparare gnocchi e fusilli insieme alle
donne della sua famiglia. La sua abilità culinaria spicca soprattutto nei primi piatti romani, dove si conferma
un esperto della carbonara e della cacio e pepe. Insomma, è difficile trovare difetti in questo talentuoso
ragazzo. Forse solo uno: non chiedetegli mai di cucinare per più di otto persone! Gli perdoniamo
tranquillamente questa lieve mancanza, poiché Antonio ha dimostrato che con passione, dedizione e
resilienza, è possibile trasformare sfide in opportunità. Oggi il giovane imprenditore è più di un
connazionale lontano; è un ambasciatore degli affetti e della sua cordialità irpina a Washington. La sua
storia dimostra che, anche quando gli oceani separano, i legami autentici e i sorrisi calorosi possono
superare ogni distanza.

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