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Il PENSIERO E’ FATTO DI PARTICELLE. COME L’UNIVERSO! Intervista a Giovanni Cozzolino e Sabrina Ulivi

Di Antonella Gramigna

Si, il pensiero è energia. Potremmo dire che la notizia non sconvolge più di tanto, in quanto la definizione /spiegazione è che l’attività neuronale del cervello coinvolge energia elettrica e chimica, o elettrochimica. Ma il livello della conoscenza ad oggi si fermava su un paradigma scientifico accertato da ormai diversi anni. Ne parliamo oggi con due ricercatori scientifici, D.ssa Sabrina Ulivi, psicologa clinica ed esperta in Psiconeuroimmunomodulazione e Dr. Giovanni Cozzolino, epigenetista e psicologo sociale, che da anni studiano il comportamento umano e le sue infinite declinazioni soprattutto relative al sistema neuro biologico.

 Il pensiero ha una sua forma e sostanza, di cosa è formato e come si può comprendere meglio la complessità della relazione tra individui? 

“La teoria sulla quale si poggia l’affermazione del pensiero formato da “quanti” (di particelle sub-atomiche) è ampiamente confermata in via indiretta, data l’attuale impossibilità di poterne verificare empiricamente la validità, e quindi in qualche modo riuscire a “vedere” il pensiero. La sua forma, il suo spazio nel mondo e nell’universo possiamo dire, affermano i due ricercatori. Esso è fatto di “particelle” di grandezza subatomica pari a quelle di un insieme di elettroni collegati tra loro dalla stessa energia. A voler essere sofisti, con l’intento che il lettore possa immaginare di quali  misure stiamo parlando, potremmo dire che un “quanto” di pensiero (cioè una particella componente un nostro pensiero, non importa quale, né di che tipo esso sia ) ha una massa pari ad un miliardesimo, di un miliardesimo, di un miliardesimo , di un miliardesimo di Kg..! E sarebbe come dire che è paragonabile alla massa 100.000 volte inferiore ad un pelo di ciglia.”

Ma non basta ad immaginare una particella di pensiero. Come si può farlo, se esso ha forma, come affermato,  di “frattale”? 

“Giusto per spiegare meglio: un frattale in matematica è un corpo di forma non definita, si dice infatti “aleatoria” in quanto può variare nel tempo, e che possiamo rappresentare con la figura qui di seguito riportata come la più vicina a quello che è un frattale di energia, formato da un insieme di particelle come, appunto, un processo cognitivo o semplicemente detto: un pensiero, spiegano i due ricercatori. Nel complesso percorso della comprensione di quella che è la dimensione della memoria umana, in un dato punto dello studio e della ricerca su di essa, appare come assolutamente necessario approcciare il campo della fisica quantistica.   Aggiungeremo che tale “sconfinamento” non appare come tale nel senso puro del termine, ma come parte consequenziale ed integrante del campo ampio delle neuroscienze. Le realtà che andate ad indagare sono, quindi, una parte approfondita delle neuroscienze applicate. “Tale approfondimento oltrepassa l’attuale limite organico conosciuto, approcciandolo con altra soglia allo scopo di capire, e scoprire, tali realtà e la loro intima genesi”, proseguono, “esse sono essenzialmente 5”, qui  poste in posizioni  decrescenti :

1)° la molecola 

2)° l’atomo 

3)°l’elettrone (o particella sub-atomica) 

4)° gli orbitali ed i furrows”: particelle che tracciano nella realtà granulare spazio-tempo il loro intrecciarsi e sovrapporsi

5)° le frequenze elettromagnetiche ambientali che impattano continuamente con il nostro organismo. “

Concetti molto complessi e immensamente importanti: il pensiero ha una sua materia, come dire… una sua fisicità?

“La complessità fenomenica appare in tutta la sua vastità e, come già in precedenti scritti abbiamo già evidenziato, il limite difficilmente descrivibile di quella che era la teoria di base sul divenire del processo cognitivo, in altre parole sulla costruzione del “pensiero” così come lo definiamo in parole correnti, diventa possibile solo affrontandolo in una ottica omnicomprensiva, in una consilienza di scibili e di saperi, proseguono, Gli ultimi studi sui i “grafi” ci vengono in aiuto, perché come citato nello studio di Bullmore e E. Sporns 2009, esso è atto a : “..caratterizzare l’attività e la connettività  del cervello. 

La teoria dei grafi può essere definita come “la rappresentazione  astratta di una rete costituita da un insieme dei vertici (o nodi) e da una serie di ponti. La presenza di un ponte tra due vertici indica la presenza di un qualche tipo di interazione o connessione tra essi … Harary,F. 1969”.

E inoltre: Partendo da questa teoria, poi confermata negli anni dai progressi tecnologici legati al  neuroimaging funzionale, abbiamo ipotizzato una realtà sottostante di carattere energetico, basata sulla granularità della realtà spazio-temporale. Una ulteriore ipotesi, in successione dalla prima, è che seguendo la teoria dei grafi, cioè l’insieme dei Furrows tracciati dagli elettroni nello spazio sub atomico delle molecole costituenti i neuroni, si dia poi origine a un qualcosa definibile come “frattale” energetico”

Per quelli a cui non è chiaro il concetto di frattale riportiamo questa definizione : “…Un frattale è un oggetto geometrico dotato di omotetia interna: si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all’originale. Si dice quindi geometria frattale, la geometria ( non euclidea) che studia queste strutture, ricorrenti ad esempio nella progettazione ingegneristica di reti, nel moto browniano e nelle galassie..” esso è stato coniato da Benoit Mandelbrot nel 1975, nel libro  Les Objets Fractals: Forme, Hasard et Dimension 

Si dividono in tre (3) tipologie :

• Frattali lineari

• Frattali non lineari

• Frattali aleatori

Quelli che ci interessano, nella fattispecie, sono i secondi: quelli non lineari. 

Secondo, invece, una visione relativa alla fisica quantistica, scienza che si è interessata alla comprensione del pensiero umano come “oggetto energetico”, la sua rappresentazione potrebbe essere del tutto simile a questa altra raffigurazione :

Immagine teorica di un frattale energetico. Similmente esso potrebbe essere la rappresentazione fisica di un pensiero in formazione. 

Secondo, invece, una visione relativa alla fisica quantistica, scienza che si è interessata alla comprensione del pensiero umano come “oggetto energetico”, la sua rappresentazione potrebbe essere del tutto simile a questa altra raffigurazione :

Raffigurazione del moto di particelle di un frattale energetico, come potrebbe essere la formazione di un pensiero umano. 

“La forma aleatoria riportata in figura è quella che normalmente viene chiamata “movimento browniano di particelle sub-atomiche”. Di fatto sono la raffigurazione del moto casuale di un insieme di particelle ( indicate  dalle frecce) che si muovono in un tempo ed in uno spazio. Ed in effetti, se facciamo mente locale a come noi formuliamo un pensiero, scopriamo che esso può partire da un input qualsiasi per poi definirsi in un ricordo, una visione, una idea, un progetto futuro, ecc. Gli imput che continuamente generano in noi processi cognitivi sono di carattere energetico. Essi sono legati imprescindibilmente a frequenze elettromagnetiche a carattere luminoso, sonoro, tattile. A questo si aggiunge l’olfatto, costituito in massima parte da particelle di materia, con il gusto recepito dalle papille gustative che traducono il sapore tramite la memoria. L’olfatto, in particolare, è in grado di suscitare sensazioni che producono (poi) ricordi, e sulla scia di questi, i processi cognitivi. In altre parole, i nostri pensieri”

Le immagini sono eloquenti ma esaustive di questo processo che richiama l’attenzione di un altro elemento, cioè un segnale che arriva a noi attraverso onde magnetiche ? Si può parlare di spiegazione della cosiddetta telepatia o trasmissione di pensiero? 

“Le immagini sopra riportate vogliono essere una ipotesi di un processo frattalico energetico, che produce un pensiero, e quindi un comportamento. Ma non sono necessariamente legati alla sola dimensione subatomica. Possono, in brevissimo tempo, altresì espandersi in aree vaste del cervello, e la velocità di tale propagazione può avvicinarsi alla velocita-luce, o ad una velocità prossima ad essa.

Le ipotesi possibili relative alla dimensione quantica della memoria sono diverse. E poche sono le certezze, perché avvicinarsi a questi fenomeni prevede uno studio, una osservazione approfondita, e una mente aperta senza nessun limite alla possibile comprensione di esistenza di combinazioni nuove tra dimensione quantistica e dimensione organica delle neuroscienze. Il progresso tecnologico, e quello puramente cognitivo ci darà risposte affascinanti a condizioni che noi sapremo porre le domande giuste. E certamente si può dire che “certi messaggi “ che ci arrivano alla mente ( per semplificare) possono essere di natura quantica. Attualmente non c’è una tecnologia in grado di farci osservare il pensiero umano nella sua formazione e nel suo processo, ed il suo evolversi nell’arco di secondi e di minuti. Se in un prossimo futuro verrà realizzata una qualche tecnologia potremo costatare che il frattale energetico, che costituisce il pensiero, sarà uno spettacolo cangiante, poliedrico, mutevolissimo. E sarà molto più di qualsiasi dimostrazione di intelligenza artificiale la quale deriva comunque da una produzione del questo.” 

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