La storia di Roberto Grazioli nasce in una piccola frazione di Ceresara, Villa Cappella, nella provincia di Mantova. Fin da giovane, Roberto trascorreva i suoi giorni immerso nella vita rurale, aiutando il padre nei campi e affiancando sua madre e sua nonna in cucina, cuore pulsante della casa.
Fu proprio sua madre a riconoscere il talento innato del figlio e a spingerlo a seguire la sua passione per la cucina. Grazie al suo sostegno, Roberto si iscrive alla scuola serale presso l’Istituto Alberghiero, dove si è distinto rapidamente come il migliore del corso.
Il suo successo è frutto di anni di duro lavoro, dedizione e curiosità: “il cammino è stato lungo e pieno di sfide, soprattutto in un mestiere come il mio.
Per raggiungere un livello di sicurezza e padronanza di me stesso è stato necessario attraversare un faticoso percorso di esperienza e apprendimento, che si arricchisce con la maturità”, ci confida Roberto, “la carriera di uno chef è una scalata che richiede tempo, impegno e dedizione. È una strada lunga e difficile, ma estremamente gratificante”.
Durante la sua carriera, lo chef ha avuto l’opportunità di lavorare in numerosi ristoranti italiani ed esteri, ma ricorda con particolare affetto e divertimento il periodo trascorso nelle tipiche trattorie vicino le ferriere di Brescia, frequentate per lo più da camionisti di passaggio, dove si era creato un ambiente familiare e accogliente: “E’ stato un momento speciale , in cui ho avuto l’opportunità di condividere storie, risate e momenti di convivialità con persone provenienti da ogni parte d’Italia”.
Momenti che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di Roberto, che li guarda con nostalgia e gratitudine per l’esperienza umana e professionale che gli hanno regalato.
La svolta professionale di Grazioli, il trampolino di lancio che ha segnato l’inizio della sua brillante carriera, è avvenuta in un ristorante della sua città natale.
Nella sua cucina a vista, è stato notato dal famoso imprenditore, il dott. Corneliani, che colpito dal talento e dalla passione di Roberto, lo ha fortemente voluto come cuoco personale della sua famiglia. Questa opportunità gli ha aperto le porte del jet set italiano e internazionale, dandogli la possibilità di dimostrare le sue abilità culinarie a un pubblico sempre più prestigioso e influente, segnando l’inizio di una carriera di grande successo.
Durante una cena esclusiva in una villa di un noto imprenditore in Toscana, Roberto ha avuto un incontro destinato a cambiare la sua vita per sempre; la moglie dell’ambasciatore italiano a Washington lo invita a trasferirsi negli Stati Uniti per diventare il cuoco della loro residenza privata. Un incontro decisivo, che lo ha condotto ai palazzi diplomatici, spianandogli la strada ad una carriera di enormi soddisfazioni.
Nel 2005 Roberto si trasferisce nella Capitale americana e, ad oggi, ha deliziato i palati di ben cinque ambasciatori italiani e dei loro ospiti più illustri: “E’ un grande onore lavorare per chi rappresenta la mia nazione”, racconta lo chef,” Ogni ambasciatore ha le proprie abitudini e preferenze, lavorare con loro richiede adattabilità e sensibilità. Interagisco spesso con le loro mogli per prendere decisioni sui menù, assicurandomi di rispettare le esigenze e i gusti di tutti.”
Per lui, il ruolo di chef in un contesto diplomatico richiede più della semplice abilità culinaria. “Devi ragionare come istituzione”, ci spiega, “bisogna avere una sensibilità tale da capire che stai cucinando per il tuo Paese, stai servendo l’Italia e devi farlo nel migliore dei modi”.
Questa filosofia lo guida quotidianamente, facendogli mantenere la stessa dedizione che lo ha portato al successo. I suoi risotti, le sue eccellenti paste fresche e i suoi menù stagionali, rigorosamente made in Italy, sono approdati sulla tavola di ospiti illustri, dai Presidenti della Repubblica Italiana ai Primi Ministri, fino ad arrivare ai leader di spicco del jet set internazionale, riuscendo a conquistare i palati dei più influenti personaggi del mondo, portando l’eccellenza della cucina italiana al centro della scena globale..
Nonostante una carriera in continua ascesa, Roberto mantiene la sua umiltà, ricordando a sé stesso che tutto ciò un giorno potrebbe finire. “Cerco di dare un valore aggiunto a quello che faccio, con l’educazione, la correttezza e la simpatia. Sono profondamente grato al mio mentore, il Dott. Corneliani, e a tutti coloro che hanno creduto in me”, racconta, “le capacità in questo lavoro sono fondamentali, ma è l’atteggiamento con cui si affronta che fa la differenza.
Cucinare è una missione, rappresento il mio Paese attraverso i piatti e mi impegno affinché i commensali siano soddisfatti”.
Roberto ha altre passioni al di fuori della cucina? “Si, nel tempo libero amo andare in palestra e, soprattutto, dedicarmi alla bicicletta, mia più grande passione. Credo fermamente che una mente sana debba risiedere in un corpo sano”.
Questo equilibrio tra corpo e mente è essenziale per mantenere la sua energia e creatività ai massimi livelli, permettendogli di eccellere nel suo lavoro e di affrontare le sfide quotidiane con determinazione e vitalità. Quando gli si chiede come si vede tra qualche anno, risponde con la stessa e passione che ha caratterizzato il suo brillante successo.
“Lavorerò fino all’ultimo giorno della mia esistenza”, afferma. “La vita è un continuo accumulare di esperienze e conoscenze; tutti abbiamo una missione e siamo indispensabili l’uno all’altro. Chi decide di fare questa professione non smette mai di lavorare, utilizza gran parte della sua giornata per creare e migliorare. Le tre qualità che deve avere un cuoco, oggi sono: curiosità, passione e intraprendenza.”
Ogni volta che Grazioli rientra in Italia, è per lui un vero flashback, un ritorno alle origini che lo riporta alle sue radici profonde. Rivedere sua madre e i luoghi della sua infanzia è sempre un momento di grande emozione. Anche se la sua carriera lo ha portato lontano, Roberto è fortemente legato alla sua terra natale. “E’ molto facile portare un ragazzo fuori dalla campagna, ma è difficile togliere la campagna dalla sua testa!” La mente di Roberto è sempre lì, nei campi di Villa Cappella, dove tutte è iniziato.