Roberto Caporuscio: il primo pizzaiolo italiano a portare la vera pizza napoletana in America nel 1999. Laziale di origine, ha intrapreso la strada della gastronomia producendo e vendendo latticini nell’azienda agricola di famiglia a Pontinia, quella parte fertile del Lazio che si affaccia verso la Campania.
La sua azienda produceva semi che venivano esportati e aveva anche un allevamento di vacche da latte. La vicenda delle multe legate alle quote latte che ha colpito molti allevatori in quel periodo, lo ha costretto a chiudere l’azienda. A ripartire da zero e reinventarsi la vita.
“Mi sono rimesso in gioco – racconta – a 38 anni decisi di imparare a fare il pizzaiolo perché avevo un cugino che aveva aperto una pizzeria italiana alle isole Turks and Caicos, ai Caraibi, e mi aveva offerto un posto di lavoro. Decisi però che volevo imparare quel mestiere nel posto migliore al mondo, che era vicino a casa mia: a Napoli. Ho avuto diversi maestri, pizzaioli famosi, che mi hanno rivelato i loro segreti e da lì sono partito”.
Prima di trasferirsi ai Caraibi, però, decide di fare tappa negli Stati Uniti per imparare l’inglese. Trova così lavoro in una pizzeria a Pittsburg, in Pennsylvania, alla vigilia del nuovo Millennio. Il sogno di Roberto, infatti, era quello di esportare la pizza napoletana negli States, ed eccolo quindi ad aprire due pizzerie, una a Pittsburgh e una nel New Jersey.
“Un giorno un italo americano conquistato dalla mia pizza mi propone di mettersi in società e di aprire una pizzeria” ricorda. Inutile ricordarlo, il successo fu immediato.
Ma è nel 2009 che nasce Kestè Pizza & Vino a New York City. Dapprima in Blekeer St, poi Fulton Street. Ai piedi del famoso Brooklin Bridge, ed a poca distanza da Ground Zero. Già nel nome c’è tutta la filosofia del suo locale: Kestè, significa “ questo è…”
Quindi, o così, o così. Pizza come si fa a Napoli, niente polpette, niente patatine o cose strane sopra. Senza compromessi. Senza assecondare i gusti e le mode dei consumatori americani.
Roberto e sua figlia Giorgia, che oggi gestisce un suo proprio locale in Uptown, hanno creato un vero Brand. Pizza di tutti i gusti, compreso la tipica pizza fritta, e le sue innumerevoli e diverse tipologie, oltre a piatti tipici del nostro Made in Italy culinario.
Dopo tre mesi il NyMagazine la mette al primo posto nella classifica delle pizzerie newyorchesi. Qualche tempo dopo, fa lo stesso anche Time Out.
Roberto cerca di diffondere la conoscenza della vera pizza napoletana anche tra i pizzaioli locali, non molto all’altezza all’epoca. Ha formato da allora oltre 300 pizzaioli professionisti negli States, in Canada, in America Latina, alla vera pizza tradizionale.
“Spiegavo loro come usare la farina, quale materie prime scegliere, come far lievitare la pasta, la cottura. Qualcuno ha anche aperto delle proprie pizzerie…”.
Il periodo Covid e successive limitazioni mettono a dura prova l’attività ma Caporuscio, con la sua fervida mente e la genialità tutta italiana, pensa a dare un servizio alla comunità, e ai suoi clienti. E soprattutto, per non licenziare nessuno dei suoi tantissimi dipendenti, ecco che crea Kestè Pizza Go, un innovativo servizio di delivery che in poco tempo diventa un vero Cult in tutta l’America.
“ Le pizze sono le stesse che vengono servite nel nostro Kesté Pizza & Vino– racconta Caporuscio- Vengono preparate, cotte nel forno a legna e successivamente inserite in una macchina che le congela perfettamente. Poi, subito avvolte e sigillate singolarmente per evitare qualsiasi contaminazione e riposte in frigorifero. “
La spedizione a domicilio avviene durante la notte: “ Per garantire che le pizze arrivino congelate a casa, le spediamo in una scatola coibentata con ghiaccio secco. Una volta ricevuta la pizza, il cliente non deve fare altro che tirarla fuori dalla scatola, togliere la pellicola trasparente e metterla in forno per 4 minuti.”
Roberto Caporuscio è presidente dell’Associazione Pizzaiuoli napoletani in America, oltre ad essere uno dei principali ambasciatori del Made in Italy e della pizza di qualità a New York. E’ formatore, tanti i suoi corsi, vere experience per chi vuole intraprendere questa strada, ed anche per chi si vuole solo dilettare.
“ Ho sempre sempre volutamente scelto materie prime di qualità, rigorosamente importate dall’Italia. La farina è quella di Napoli del Mulino Caputo ( ci mostra una locandina con dedica)la migliore, i pomodori arrivano dall’agro nocerino-sarnese, il prosciutto e culatello da Parma, i tartufi di Urbani, la Mortadella Bologna IGP, la Finocchiona IGP, il Parmigiano Reggiano e tante altre eccellenze italiane. Inutile dirlo, abbiamo la grande qualità…” Nel menu di Roberto Caporuscio inoltre, troviamo anche la pizza senza glutine, oggigiorno molto richiesta.
“ Con non poche difficoltà- ammette- ma abbiamo cercato di accontentare chi soffre di particolari allergie. Senz’altro una pizza del genere, con un impasto che non gode di elasticità, non è semplice farla, ma ci siamo riusciti. “ Da Kestè puoi trovare l’attore , cosi come l’impiegato, la famiglia, il manager o il turista di passaggio.
“La pizza accomuna tutte le classi sociali: l’avvocato a Napoli, per esempio, la mangia accanto al parcheggiatore abusivo. E’ una cosa normale. Un fatto sociale che accomuna tutte le persone. Anche qui si replica la stessa storia”. Conclude. Ne siamo fermamente convinti!